DECARBONIZZAZIONE. SERIOUSLY?

Ricattati dal Cremlino, ostaggi dell’ambientalismo ideologico

Nella mappa qui sopra, il giallo della Germania a breve si farà un po’ più scuro. Il Paese inaugura infatti il 2022 con un passo indietro nel processo di decarbonizzazione, con lo spegnimento di tre centrali nucleari, affidandosi così soprattutto alla produzione elettrica da eolico, carbone e gas. Gas che viene importato dalla Russia. Paese che tanto amico della democrazia Ue non è, e che -insieme alla propaganda destro-sovranista e alla disinformazione- usa l’argomento gas come arma in questioni geopolitiche con l’Occidente e la Nato (Ucraina).

L’anno nuovo inizia per noi con un tremendo rincaro della bolletta gas e luce, 40-50% in più almeno fino ad aprile. Eppure nel discorso pubblico in Italia ogni accenno all’opportunità del ritorno alle centrali nucleari (a fissione) viene puntualmente accolto con la saracinesca mentale abbassata. Una chiusura ideologica da parte di ambientalisti che pure vogliono la decarbonizzazione. Ma con cosa, con fonti fossili?

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La trappola di Mosca

C’è una costante nella politica estera russa nella storia contemporanea: non avere amici. Non è una mancanza, ma una precisa politica: meglio essere temuti dai nemici, guardati con sospetto dagli occasionali partner e concorrenti, e dominare chiunque sia più debole. C’è un solo interesse che conta: quello della Russia.

Qualsiasi vestito la Russia si sia cucita addosso -Impero, Duplice alleanza, Triplice intesa, Unione sovietica, Patto di Varsavia, Comunità di stati indipendenti, Federazione- l’obiettivo era sempre sfruttare gli altri a proprio vantaggio strategico: dominare, non essere dominati. Per questo è folle pensare di essere amico della Russia, anche se mossi da sincera volontà di amicizia: non sarà mai ricambiata, ma sarà interpretata come debolezza da sfruttare.

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Ri-abbattiamo il muro!

…o meglio, “Ich bin ein Bratwurst!” perché ne ho mangiati decisamente di più. Purtroppo sono tornato da Berlino. Una città splendida dove si respira la storia dell’Europa, si sente il presente e si scorge il futuro. Già il primo giorno mi sono chiesto perché anche nelle nostre città non fanno come a Berlino. Trieste è piccola, è vero, ma ha un bel po’ di cose da raccontare. Senza poi dimenticare le piccole cose che semplificano la vita urbana, come la pulizia, l’uso delle bici. Ai nostri occhi i tedeschi sembrano quadrati e rigidi. A me sembra invece che siano bravi a NON complicare le cose e vivere più semplicemente.

Insomma come si vive a Berlino?

Risponderò rovesciando il punto di vista.
Atterrati a Venezia, prendiamo l’automobile per tornare a casa. Area di sosta di Cessalto: bagno, caffè, gonfiare le gomme e pulire il vetro polveroso. Già all’entrata un puzzo di piscio-benzina, e un SUV parcheggiato su un posto e mezzo.
Entro nel bagno e c’è la donna delle pulizie seduta che pretende monetine. E’ evidentemente la sua unica occupazione, perché il bagno è un vero cesso schifoso. E quella tira un acido “Buon giorno!” quando esco senza darle la moneta…
Cassa del bar. Mi metto in coda, e due vecchiette mi si infilano davanti come niente fosse. Neanche il tempo di augurare una lunga agonia, che ci provano anche due ragazzine… “Ma c’ho scritto stronzo in fronte!?” mi chiedo mentre le sego con uno sguardo-laser che le fa indietreggiare. Alla cassa sono in tre, ma lavora una, perché gli altri due fanno il giochino del “Vai prima tu…”, “Ma no tranquillo, vai prima tu”.
Bancone del bar. C’è gente che probabilmente ancora aspetta di essere considerata o di poter uscire, perché viene servito non chi sta davanti, ma chi urla di più. E nessuno si sposta. Prendo il mio cappuccino e brioche e scappo su un tavolino sommerso da resti di tazzine della mattina precedente.
Vado ai frighi, perché ho sete e vorrei bere qualcosa. Mezzo litro di coca 3 euro! Bottiglia di acqua da 0,75, 1 euro e 70!!! Come un pacco da 6×1,5 litri al supermercato. Mi tengo la sete ed esco tra cristi e madonne saltellanti.
Andiamo a gonfiare le gomme. Ci sono 2 colonnine aria/acqua. Una ha solo il tubo dell’aria, l’altra neppure quello. Altre madonne e cristi. Prendo una bottiglia e vado a riempirla nel bagno del benzinaio (che è comunque un cesso, ma almeno non pretende soldi) e lavo il parabrezza come nel 1951… versandoci l’acqua sopra. A pochi metri una volante della stradale sta facendo benzina e mi viene in mente di andare a dire agli agenti “Ragazzi, fate qualcosa, arrestate qualcuno… questo è una vergogna per il paese! Ma in che condizioni umilianti ci fanno vivere!?”. Rinuncio, perché probabilmente arresterebbero me per disturbo della LORO quiete pubblica.
Lasciamo l’area di sosta, e ci dirigiamo verso Trieste, fino alla quale a ogni sorpasso effettuato a 130 km/h ci ritroveremo in culo almeno un SUV che ci lampeggia perché lui i sorpassi li deve fare a 150 minimo.

Ecco, solo dopo essere tornato in Italia (nell’avanzatissimo Nordest, tra l’altro) mi sono reso conto di aver capito i tedeschi. Ho capito che per loro venire in Italia è come fare un safari nella savana. O anche, è come tornare ai tempi della Germania divisa, avendo il capitalismo dell’occidente e l’arretratezza dell’oriente tutto in uno. Il muro di Berlino non è crollato, si è solo spostato sui confini con l’Italia. Siamo un altro mondo, alla faccia del Schengen e dell’Unione Europea. Ci crediamo tanto furbi, ma siamo solo dei ridicoli krapfen.