Banda ultralarga, investimenti in tecnologia, sistemi informatici, PA digitale, smaterializzazione, riconoscimento facciale, dati biometrici, privacy. Ci siamo quasi. E’ che da settimane io continuo a riempire manualmente l’ennesima fotocopia dell’ultima fotocopia con i miei dati personali e ad adagiarle in contenitori di plastica (“No lì, in quell’altro. No, al contrario. Nooo… a faccia in giù. Lo dico per lei, sa… la privacy”, true story).

Me li sottopongono enti che hanno nei loro sistemi tutti i miei dati personali (Comune, Regione, Camera di commercio, Azienda sanitaria), alcuni dei quali mi avevano anche dato una tessera con chip che contiene quegli stessi i miei dati che mi chiedono di scrivere ogni volta che devo entrare a fare qualcosa. E quindi capita che oltre a nome, data di nascita, ecc., debba riportare manualmente persino il numero della carta identità elettronica.
L’ultimo ad aggiungersi a questa ridicola comitiva retrograda, fatto pregno di simbolismo, è l’Euroscience open forum 2020. Dove si parla di tecnologia (quantum computing, sostenibilità, pianeta Blu). E scienza, sai… il Covid.
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