Elezioni 2022: Egocentro vs Bipopulismo

La mia esperienza con +Europa finisce qui. Perché?

Ero uno dei pochi che dall’inizio di +Europa insistevano perché come prima cosa si strutturasse un partito sui territori, che poi fosse capace di attrarre altre forze in quello che era la sua missione: un polo liberaldemocratico e socialiberale, europeista, progressista, atlantista e laico. I primi due anni del partito sono invece trascorsi tra lotte interne e ricerca di partner cui si offriva un progetto sulla carta, ma niente di concreto. Si è perso tempo a correre dietro a Calenda (di cui non ho stima come leader… in quanto autocrate), fino a quando non è stato lui a prende a bordo +Europa (per le elezioni a Roma).

Con Calenda +Europa si è trovata subito subalterna: lui aveva strutturato un partito sul territorio, noi no. Ma lo abbiamo costretto a fare il democratico, a fare un congresso in cui lui ha ovviamente vinto (candidato unico) e poi ci siamo federati. Sempre subalterni e in balia delle sue sparate su Twitter e improvvise virate a ca**o (“sterzata Calenda: non sai cosa eviti, ma sai che se non sbatti ti ribalti”), ma almeno eravamo un proto-polo liberale che ambiva a sfidare il bipolarismo destra-sinistra che ha mortificato l’Italia per decenni, sostenendo Draghi e la sua “agenda” (che non c’è, l’abbiamo dedotta noi).

Continua a leggere “Elezioni 2022: Egocentro vs Bipopulismo”
Pubblicità

L’unica via d’uscita che dobbiamo garantire a Putin è quella della sconfitta

Per amore del popolo ucraino, di quello russo e di tutti i popoli europei e del mondo, Putin non deve vincere. Non deve neppure sembrare che abbia vinto. Non deve avere alcunché oltre alla sconfitta e all’umiliazione del perdente. Ogni altra opzione ne farà un eroe nazionale per i russi, lo rafforzerà al potere, e tempo 2-3 anni avremo nuovamente altre città europee sotto i colpi della sua artiglieria.

Mentre ancora Mariupol resiste e Odessa scava trincee, mentre 2-3 milioni di donne e bambini ucraini fuggono dal Paese, e una decina di milioni di cittadini sono sfollati internamente, mentre le bombe piovono e il Cremlino annuncia falsamente nuove trattative, l’Occidente cerca una possibile “via d’uscita” per Putin, che gli permetta di “salvare la faccia” dalla trappola in cui da solo si è ficcato, per evitare che alzi il livello della violenza.

Si sta cercando insomma che cosa “dargli” perché si consideri vittorioso e la smetta con le bombe. Premetto che spetta unicamente agli ucraini dare o non dare qualcosa, spetta unicamente a loro decidere sulla loro terra, se vorranno vivere in una Ucraina tagliata a metà, con o senza Crimea, con o senza il Donbas, con o senza l’accesso al Mar Nero, neutrali o smilitarizzati. Noi dobbiamo appoggiare la loro scelta qualunque essa sia. Ma una cosa penso che possono e devono dire tutti gli altri: Putin non deve vincere; deve essere sconfitto!

Continua a leggere “L’unica via d’uscita che dobbiamo garantire a Putin è quella della sconfitta”
DECARBONIZZAZIONE. SERIOUSLY?

Ricattati dal Cremlino, ostaggi dell’ambientalismo ideologico

Nella mappa qui sopra, il giallo della Germania a breve si farà un po’ più scuro. Il Paese inaugura infatti il 2022 con un passo indietro nel processo di decarbonizzazione, con lo spegnimento di tre centrali nucleari, affidandosi così soprattutto alla produzione elettrica da eolico, carbone e gas. Gas che viene importato dalla Russia. Paese che tanto amico della democrazia Ue non è, e che -insieme alla propaganda destro-sovranista e alla disinformazione- usa l’argomento gas come arma in questioni geopolitiche con l’Occidente e la Nato (Ucraina).

L’anno nuovo inizia per noi con un tremendo rincaro della bolletta gas e luce, 40-50% in più almeno fino ad aprile. Eppure nel discorso pubblico in Italia ogni accenno all’opportunità del ritorno alle centrali nucleari (a fissione) viene puntualmente accolto con la saracinesca mentale abbassata. Una chiusura ideologica da parte di ambientalisti che pure vogliono la decarbonizzazione. Ma con cosa, con fonti fossili?

Continua a leggere

Quale parte di “libertà” non vi è chiara?

Quale parte di “libertà” non vi è chiara?

Un mio pensiero sulle celebrazioni del 25 aprile

“Ma quale Liberazione? Liberazione da chi? Questo ti sembra libertà? E questa la chiami democrazia? Mapperfavore!!!”

Inizierei gettando una secchiata d’acqua gelata addosso alle persone protagoniste di simili parole. Lo choc zittisce istantaneamente, il freddo fa che i capillari e i vasi periferici si stringano, che aumenti la pressione nella circolazione centrale e che più sangue affluisca al cervello. Ora possiamo ragionare.

Le celebrazioni del 25 aprile sono per molti una noiosa e vuota liturgia. Un’esaltazione rituale della Resistenza, della Liberazione, dell’Antifascismo, della Repubblica Ecc Ecc… sempre con la maiuscola. Che cosa confonde, la maiuscola? Continua a leggere “Quale parte di “libertà” non vi è chiara?”

Il giornalismo è in stato vegetativo

Il giornalismo è in stato vegetativo

E’ da un po’ che non sono un fan di Mentana, perché non mi piace il suo modo arrogante di trattare collaboratori, colleghi e pubblico. Insomma, se Roberto Burioni se lo può permettere (di essere autoritario) quando dice che “la scienza non è democratica“, il giornalismo è democratico per sua natura e missione.

Quindi invece di rimbalzare come caproni, come fa spesso Mentana su Facebook, chi ha opinioni diverse, anche strampalate, bisogna argomentare le proprie; invece di vincere nelle discussioni, il giornalista deve convincere.

Ciò non toglie che Mentana sia un giornalista acuto e un grande direttore: da lui posso solo imparare. Ha una capacità di chiarezza eccezionale, come dimostra questo video che sintetizza ciò che sostengo sul giornalismo da almeno un decennio.

[ PS. “grazie” a WordPress.com che non permette di inserire dei video con iFrame: siamo nel 2018, Cristo!!! ]

Per me l’Anarchia…

Per me l’Anarchia…

C’è il detto “due anarchici, tre opinioni”. Per questo non ho mai sentito il bisogno di aderire a qualche gruppo, anzi, me ne tengo volentieri in disparte.

La cosa però è un po’ triste. L’attuale pratica anarchica è inerte. Dopo la fiammata della metà degli anni ’70, non se n’è fatto più nulla. L’impronta sociale dell’anarchia, come idea, si rispecchia nel numero delle A-cerchiate disegnate sui muri delle città. Molte, tra l’altro, hanno oltre 20 anni.

Ciò che maggiormente mi tiene lontano dall’associazionismo anarchico sono la sua manifestazione vetero-ideologica, la tendenza a rimanere confinato come un pensiero di nicchia, tipo un “club” per pochi eletti, e un “culto” dell’anarchismo inteso come opposizione sempre e comunque.

Mi spiego.

Continua a leggere “Per me l’Anarchia…”

Ok, i treni sono sempre in ritardo, però…

Ok, i treni sono sempre in ritardo, però…

Pare che lo sport nazionale di molte persone di sinistra (e sarei tra loro, anche se ora qualche dubbio mi viene) sia giustificare i dittatori e prendersela con la democrazia.

L’ultimo, Fidel Castro, rivoluzionario, ha sconfitto gli Usa, l’embargo, l’analfabetismo e ha garantito sanità gratis a tutti. Muammar Gheddafi, l’unico a tenere testa all’occidente e tenere unita la Libia. Bashar Al-Assad, l’unico presidente arabo laico, multiculturale, che combatte contro l’Isis. Saddam Hussein, quando c’era lui l’Iraq era unito e non c’era al-Qaeda. Hugo Chavez, ha nazionalizzato il petrolio venezuelano e il paese era in crescita economica. Vladimir Putin, l’unico combatte l’Isis, mette equilibrio nel mondo, difende la cultura maschia etero-cristiana. Continua a leggere “Ok, i treni sono sempre in ritardo, però…”

Perché Berlusconi vincerà (se non si candida Monti)

Perché Berlusconi vincerà (se non si candida Monti)

E’ bastato solo un giorno – un unico giorno – di ritorno in campo di Silvio Berlusconi, e il Paese si è improvvisamente risvegliato.

berlusconi-joker

I giornali nazionali e internazionali sono riesplosi con le foto del Cavaliere in prima pagina e titoli fantasiosi. I comici (Crozza, Littizzetto, Albanese, Rossi e compagnia) sono tornati a fare battute che fanno ridere. E il pubblico ad applaudire. Vespa, Floris, Santoro, Lerner, e simili finalmente torneranno a fare trasmissioni su QUALCOSA. Forse risbucherà anche la Dandini da qualche parte.

La gente che lo ha sostenuto ha tirato un sospiro di sollievo: “Finalmente, solo lui può fare qualcosa, togliere l’Imu. Monti ci stava distruggendo!”. Ed è improvvisamente rinato il Pdl, che stava seppellendo il Cavaliere e se stesso da due anni, con il pseudo-leader Alfano e una schiera di personaggi improbabili candidati a primarie ancora più improbabili.

Chi non lo sostiene si è riattivato come una mina anti-uomo calpestata. La sinistra è riesplosa. L’idea di tornare alle urne con il Porcellum, Berlusconi e Bersani candidati provoca il voltastomaco. Ma almeno è una sensazione. “Però Monti ci stava distruggendo!”. “Ma no, se torna Berlusconi è guerra civile. Io emigro!!!”. Lo dicevano anche prima delle ultime due elezioni vinte da Silvio. Dirlo dava un senso di azione, reazione, lotta.

Si è riattivata l’economia. I mercati internazionali ora possono nuovamente speculare pesantemente sui titoli italiani. Torna in gioco tutto quello che si è “costruito” in Europa… e che alla Germania non andava. Gli imprenditori Marchionne-like possono sperare in nuovi contributi statali per la chiusura delle fabbriche, così come gli (im)prenditori che si occupano di infrastrutture che non verranno mai costruite. E i furbetti? “Ooooh, finalmente! Monti ci stava distruggendo”.

Si è riattivato il sistema giudiziario, che ora ha riavuto finalmente il suo nemico storico. Hanno ancora pochi mesi per concludere quanto più possibile indagini, processi che riguardano personaggi del mondo silviesco, perché poi si torna in trincea. Nei bunker. E anche la Guardia di Finanza finalmente potrà tirare un sospiro, “da quando non c’è Silvio siamo costretti agli straordinari, non sempre pagati”.

Continua a dormire il Pd. Ha sempre dormito. Quando il Pdl si stava sfaldando aspettavano il cadavere lungo il fiume. Quando il cadavere stava passando, gli si sono affiancati per sostenere Monti. Hanno fatto le super mega ultra primarie, per tenersi il solito Bersani (che continua a imitare Crozza. E’ bravo!). Ora che il cadavere è resuscitato, puntano il dito e con tono un po’ infastidito… “Irresponsabili”.

In politica la gente si comporta come un branco di cani: ragiona col naso e con la paura. E ora è ricomparso l’odore del capobranco, mentre chi gli si oppone usa il deodorante. Nella mente di tutti noi, che ci piaccia o no, c’è già l’immagine di Berlusconi nuovamente premier, solo per il fatto che sia ricomparso sulla scena, che non sia morto (politicamente!). Per questo ha praticamente già vinto.

L’unica via d’uscita è che il centrosinistra (e chi vuole) ignori il risultato delle primarie e candidi Monti. E’ l’unico che ha dimostrato di non avere paura e di non essere impressionato dai denti del capobranco. Mi ricordo quando è appena salito al governo: era uno choc avere improvvisamente un premier serio, composto e rispettato all’estero. Ma è essenziale che ora venga eletto, non nominato, e comunque si avrà un governo di tipo prodiano (suscettibile a ribaltoni).

In queste ore Bersani sta escludendo la possibilità di sostenere Monti. Per questo, ribadisco, Berlusconi ha praticamente già vinto.

Il grave errore di Wikipedia-IT

Conoscenza libera e gratuita per tutti!
Questo è uno dei principi di Wikipedia, prima enciclopedia al Mondo, che da anni fa un grande lavoro per l’umanità, con il contributo volontario della comunità di naviganti e donatori. Fino a oggi tutti pensavamo che fosse un principio fondante. Poi Wikipedia-IT ha deciso di mostrare i muscoli contro il “decreto intercettazioni”, e ha chiuso l’accesso all’enciclopedia in italiano agli utenti.

Cos’ha fatto sapere Wkipedia-IT ai suoi utenti:
1. che l’accessibilità ai contenuti può essere arbitrariamente negata da parte dei gestori dell’enciclopedia (una cerchia non meglio definita di superutenti), quindi che la “libertà” esiste finché lo permettono loro… pura prepotenza e abuso del contributo collettivo;
2. che aderiscono ingenuamente a campagne mediatiche (in questo caso promosse da Repubblica) senza capire cosa stanno facendo (pubblicità a Repubblica) e di cosa stanno parlando (un ddl, all’inizio del suo iter);
3. che Wikipedia sta per chiudere… è quello che ha capito il 90% degli utenti che si è trovato la pagina con le spiegazioni della “serrata”;
4. che il libero accesso alla conoscenza è una arma di ricatto – verso chi? – verso i cittadini cui è destinata la conoscenza, perché si indignino, ora contro il ddl, domani contro chissà cosa: è la politica, bellezza!;
5. che di “serrate” simili ce ne saranno altre, perché non mi pare che il legislatore sia immune da iniziative legislative patetiche o imbarazzanti come il “ddl intercettazioni”.

Cosa NON ha fatto sapere Wkipedia-IT ai suoi utenti:
1. cos’è e come funziona  un ddl;
2. come funziona l’iter parlamentare di un ddl, una legge, ecc;
3. che il ddl non è approvato, ma è in discussione;
4. perché è matematico che un tale provvedimento non possa vedere luce;
5. che rientra nelle prerogative democratiche dei parlamentari e dei ministeri proporre, discutere, approvare, e che poi ci son istituzioni che controllano, correggono, bocciano i provvedimenti.

E’ molto triste vedere come anche un sito che fa della conoscenza il suo motivo di esistenza poi, per colpa di alcuni rozzi che come pappagalli blaterano di sciopero manco fossero minatori, finisca per alimentare e sfruttare l’ignoranza delle persone.

L’insostenibile leggerezza della verità

Domanda: perché comunichiamo, manifestiamo, protestiamo, ci indigniamo, ci mobilitiamo, ecc.?
Risposta da manuale: perché vediamo leso un nostro diritto, perché vogliamo ripristinare la verità e la giustizia.
Motivo effettivo: perché vogliamo per forza avere ragione e useremo tutti i mezzi a nostra disposizione per ottenerla.

Per la maggioranza di noi la verità non c’entra nulla con l’aver ragione, e i mezzi da noi impiegati (vedi la domanda) vengono usati come arma per conquistare la ragione, non come scudo per difendere il nostro diritto. Esattamente come chi sta al governo, solo che i suoi mezzi per avere ragione sono “il potere”.

Recentemente ho partecipato a una conferenza stampa dell’Italia dei Valori che ha presentato 3 referendum. Presentando quello contro il nucleare, si sono citati un “gravissimo incidente” alla centrale slovena di Krsko nell’estate 2008, la totale “assenza di esperti e tecnologia nucleare in Italia”, e il fatto che una “centrale richiede enormi quantità di acqua”.

Ora, il “gravissimo incidente” non c’è mai stato. L’evento è stato classificato dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica come guasto con livello di pericolo “zero”. C’è stata una perdita d’acqua di raffreddamento, il computer l’ha notato e ha spento la reazione, e la Slovenia ha informato l’Aiea e l’Ue come prevedono gli accordi. L’Italia dispone di esperti e tecnologie, tant’è che gli ingegneri dell’Enel installano e gestiscono centrali in giro per l’Europa e ci sono diverse ditte italiane (per esempio la Mangiarotti) che producono componenti. L’acqua utilizzata da una centrale nucleare è più o meno la stessa di una a turbo-gas o carbone, (serve a trasferire il calore e raffreddare) e molto meno di una idroelettrica. Non mi pare che accanto a Krsko ci passi il Mississipi.

Visto che si promuove un referendum, che è lo strumento più democratico che esista, perché bisogna alimentare il panico tra le persone con fatti incompleti o falsi? Non si fa un migliore servizio alla democrazia se si dicono le cose come stanno, e poi che la gente decida?

Utilizzare la comunicazione come arma non porta alla democrazia, ma a una guerra di comunicazione. E come in tutte le guerre la verità è la prima vittima.

Lo abbiamo visto anche nell’uccisione degli attivisti nel “mare di Gaza” da parte dei soldati israeliani, dove è mancata la verità da entrambe le parti. Vada per le bugie uscite da Israele, il governo e l’esercito sono in perenne stato di psicosi da guerra e quello che esce dalla loro bocca serve a combattere. Non so se si rendono conto di quanto è lontano il loro cervello dal mondo reale…

Non è bene, però, che la verità non esca dalle bocche dei pacifisti o attivisti pro-palestinesi, che spesso trascurano le ragioni dell’altra parte. O, ancora più gravemente, accettano la sfida della “guerra di comunicazione” a colpi di chi la spara più grossa per conquistare l’opinione pubblica. Anche non dire tutta la verità, quando la si conosce, è in fondo una bugia.

Per chiunque persegua la giustizia e la democrazia, la verità è l’unica strada possibile e, insidiosa e dolorosa che sia,  non ammette deviazioni.