occhiello
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* TITOLO PRINCIPALE *
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// sottotitolo, o catenaccio: di solito finisce senza punto;
// conviene spezzare le righe per inserire le barre all’inizio
// riga

— di Autore —

E qui inizia il testo dell’articolo. E’ buona norma non iniziare con “E”, ma che vogliamo farci. La consuetudine di scrivere come si parla ha modificato il modo di scrivere anche del giornalista. Del resto, come disse Karl Popper

|| una citazione a caso, tanto nessuno andrà a controllare che
|| il filosofo abbia mai detto una cosa del genere (K. Popper)

è chiaro che il lettore legge come vede, ovvero tocca solo la superficie delle cose.

Pare inutile quindi preoccuparsi di:
– argomentare i ragionamenti
– elencare casi simili
– fare ricerche accurate.

Tanto il lettore presterà occhio a ciò che è meglio evidenziato o /urlato/ meglio nel titolo, così come sente meglio chi urla più forte nella massa.

* Titolo secondario *
– – – – – – – – – – – 

Ma il giornalista deve per forza inchinarsi all’edonistica — parolone! — superficialità del lettore? Dobbiamo per forza calarci così tanto tra *la gente* da diventare *gente* noi stessi?

Accettando questo, rischiamo di perdere quegli strumenti (propri della nostra professione) che servono a dare una visione diversa, arricchendo così la società. Quindi, se vogliamo contribuire alla popolazione, dobbiamo avere prima di tutto le capacità e le conoscenze per poterlo fare: dobbiamo essere sopra la media e più profondi nei ragionamenti. Questo si ottiene con la preparazione, con lo studio e con l’esperienza.

* Altro titolo secondario *
– – – – – – – – – – – – – – 

|| “Sì vabbè, cioè, però la libertà di comunicazione, la Rete,
|| laggentedevesappere!” (dalla Obiezione di S.Paolo ai Corinzi)

Nessun dubbio che i nuovi mezzi di comunicazione creino parità potenziale tra tutti i comunicanti. Ciò non significa che, anche se appiattiti in una parità ontologica — parolone bis! –, siamo tutti uguali. Le parole non sono idee, ma sono portatrici di idee. I nuovi media, come i /social/, danno a tutti spazio per le loro parole, ma non obbligano alcuno a metterci anche le idee.

Il giornalismo, invece, ha l’obbligo sociale di metterci le idee e per farlo può utilizzare le parole che il lettore capirà meglio.

E niente. Nn voglio rubare il vs tempo, xkè c’avrete da fare… qnd ciauuuuu!!!

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