La questione della produzione automatizzata è oramai entrata, prepotentemente, nell’ambito del discorso economico “mainstream”. Ma sono ancora poche idee per qualche soluzione praticabile.

Fino pochi mesi fa il giornale della Confindustria dava ampio spazio all’iniziativa “Industria 4.0”. Ora, chissà se per colpa delle condizioni non splendide in cui si trova Il Sole 24 ORE, si parla più dei probabili effetti nefasti sulla coesione sociale dell’automazione industriale, che certamente provocherebbe una perdita inappellabile dei posti di lavoro e del reddito per una grandissima parte della popolazione.

Con i robot in fabbrica 4 italiani su 10 vedono a rischio il posto di lavoro

[…]  Si perderanno posti di lavoro? Il 37,8% degli italiani ritiene che processi di automazione sempre più spinti e pervasivi determineranno un saldo negativo di posti di lavoro. Per contro, il 33,5% degli intervistati ritiene che le opportunità aumenteranno in uno scenario di nuovi lavori ancora per gran parte inesplorato…

— leggi su Il Sole 24 ORE

La BBC invece tenta un ragionamento un po’ più sociale-filosofico, analizzando la nascita dei concetti di “uguaglianza” e “solidarietà sociale”, ma soprattutto collocandoli nella storia. Ovvero, non è affatto detto che siano concetti universali. Potrebbero sparire, sotto la pressione dei cambiamenti tecnologici e dei rapporti economici, così come gli stessi li hanno determinati qualche secolo fa.

Viewpoint: Is inequality about to get unimaginably worse?

[…] Equality became a dominant value in human culture, almost all over the world. Why? It was partly down to the rise of new ideologies such as humanism, liberalism and socialism. But it was also about technological and economic change – which was connected to those new ideologies, of course. Suddenly the elite needed large numbers of healthy, educated people to serve as soldiers in the army and as workers in the factories. Governments didn’t educate and vaccinate to be nice. They needed the masses to be useful.
But now that’s changing again.

— leggi su BBC

Ne emerge una visione distopica del futuro, votato al riaffermarsi della “ineguaglianza” come principio (anti)sociale. Una divisione in ceti economici difesa con la forza. E’ un futuro descritto molto spesso da opere di fantascienza (la paura fa vendere più copie!) che, non per niente, hanno spesso solo anticipato la realtà. Consideriamo solo gli ultimi prodotti di punta — Elysium, V per Vendetta, la saghe di Divergent, Maze Runner, Hunger games — stanno descrivendo esattamente questo futuro.

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