Poteva Trump non stupire anche i suoi sostenitori, dopo che dell’imprevedibilità ha fatto la sua bandiera? Certo che no. E allora perché gli eurotrumpiani si stupiscono? Perché ragionano unidimensionalmente.
Buono o cattivo. Pro-Putin o anti-putin. Nostro o terrorista. Chiamatelo estremismo, massimalismo, radicalismo o come volete, ma la caratteristica delle menti deboli è che, essendo troppo difficile ragionare in un mondo complesso, riducono ogni questione a una sola dimensione — di qua o di là — e con i loro mazzetti di giudizi unidimensionali credono (cercano) di capire l’Universo.
Trump è amico di Putin. Putin è l’unico che combatte contro il terrorismo. Assad è l’unico che combatte contro l’ISIS. L’Unione Europea è un fallimento. La Brexit salverà il Regno Unito. ecc. ecc. ecc. Sono tra le frasi più semplici che si possano concepire in una lingua (“A è B”), e per questo sono efficaci nella comunicazione, ma nello stesso tempo sono talmente semplificatorie da non corrispondere affatto alla realtà.
[WARNING: “Reductio ad Hitlerum” AHEAD]
Considerare le nostre A e B come entità unidimensionali (buoni-cattivi, essere-non essere) è ciò che rende false le frasi. Per esempio, Hitler era vegetariano. Amava anche gli animali, la natura e diceva “Buon giorno”. Ma era anche un abile oratore e manipolatore, sosteneva la superiorità della sua razza, per cui ha sterminato 11 milioni di persone nei lager, causato con i propri alleati altri 29 milioni di morti in giro per il Mondo, e subito in guerra ulteriori 6 milioni di vittime.
Così sostenere che “Assad è l’unico che combatte l’ISIS” (“quindi è buono”, “dovremmo appoggiarlo”), è una gran stronzata. Perché sì, incidentalmente combatte contro l’ISIS, ma combatte molto di più, più ferocemente e più a lungo contro gli oppositori (che combattono a loro volta contro l’ISIS), ha massacrato più civili e prigionieri di quanti ne abbia massacrati l’ISIS, con tutti i mezzi messi a disposizione dalla Russia: carri armati, aerei, barili ripieni con esplosivo, gas nervini. Quindi sì, Assad combatte contro l’ISIS, ma è un criminale di guerra spietato che nel “lontano” 2011 ha scatenato tutto questo ambaradan per non cedere il potere.
Trump ha fatto bene a bombardare la base siriana per dare il messaggio che “l’uso delle armi di distruzione di massa non passerà senza punizione”, ma rimane un folle imprevedibile, incompetente e pericoloso a 360° da quando è Presidente. Putin è un macho, potente che piace alle donne, che combatte contro il terrorismo, ma è anche un capomafia, uno che sostiene dittatori, criminali di guerra, i cui aerei hanno sistematicamente bombardato gli ospedali di ONG in Siria, che occupa territori di paesi indipendenti e destabilizza regioni intere, e non ha simpatia per concetti come libertà di stampa, di espressione, ecc.
Ce n’è per tutti, per carità, nessuno escluso. L’Unione Europea è sì un baluardo della pace nel Vecchio Continente da 60 anni, ma è incapace di garantire pace e stabilità appena fuori dai suoi confini (Ucraina, Balcani, Turchia, Libia), tollera un neocolonialismo spesso sanguinario dei suoi stati membri in Africa, vende armi a più non posso a paesi retti da regimi totalitari come Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, ecc.
Per esercizio potremmo farci dei grafici bidimensionali, per esempio un piano cartesiano: asse X – numero di civili innocenti uccisi, asse Y – numero di terroristi uccisi. E mettiamo i nostri personaggi o paesi come punti in questo piano e, una volta posizionati, proviamo a pensare se sono “positivi o negativi”.
Ora, sempre per esercizio, proviamo a fare una rappresentazione bi o tridimensionale delle alleanze e inimicizie mediorientali: troppe poche dimensioni per essere d’aiuto.
Non importa, la nostra mente riesce a pensare in più dimensioni, e possiamo capire chi è amico di chi, chi combatte contro chi, da quando e perché.
Per questo è importante capire che i personaggi e le situazioni si sviluppano nel tempo e in più dimensioni, che per interpretare la realtà non possiamo sezionare ogni questione in una rappresentazione unidimensionale, ma che dobbiamo sforzarci a comprendere e pensare all’interno della complessità.
Per il nostro cervello non è un problema, è una cosa che fa sempre. Non solo costruisce strutture e logiche multidimensionali, aggiornandole tenendo conto di nuove informazioni, ma spontaneamente tende a lavorare nel tempo, simulando un probabile futuro. Se solo abbiamo pazienza di usarlo, il cervello.