E’ che neppure il terrorismo funziona più…

L’obiettivo dei terroristi è colpire i cittadini, perché questi costringano i loro governanti a fare o non fare qualcosa. Ma questo meccanismo si è rotto da un bel po’.

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Brutte notizie per i candidati terroristi-kamikaze: non solo non andrete in paradiso (qualora esistesse), ma il vostro martirio sarà inutile, perché non cambierà nulla. Al massimo qualcuno si farà un selfie.

Nella catena ‘attentato -> reazione popolazione -> azione di governo’, due sono i punti di rottura possibili, e ricorrono oramai sistematicamente.

La prima rottura è tra “reazione della popolazione” e “azione di governo”. L’Occidente soffre di un eccessivo svincolamento dell’azione di governo dalla volontà popolare, che viene presa in considerazione quasi unicamente in periodo pre-elettorale. E questo democratico occidentale è il modello in cui il popolo ha più influenza sui governanti…

Quindi in caso di attacco terroristico contro la popolazione, le reazioni dei governi sono grosso modo di due tipi (populista, affarista), entrambe ben lontani da quello che i terroristi si sono fissati come obiettivo.

  • Reazione populista – All’attentato segue un hype mediatico, polemiche politiche, il governo fa scendere qualche blindato militare nelle strade, cambia qualche capo di polizia o ministro, inasprisce i controlli nei “punti sensibili”, ma di fatto la politica di governo non cambia. In poco tempo si calmano gli animi, media e cittadini tornano alla vita normale.
  • Reazione affarista – Più sentita e pericolosa, ma altrettanto svincolata dalle “richieste” dei terroristi e dalla volontà del popolo, è quella – per esempio – seguita all’11 settembre 2001. I governi sfruttano lo hype per approvare leggi speciali e interventi militari all’estero che in realtà andranno a consolidare gli interessi economici e strategici, ignorando i terroristi.

Il secondo punto di rottura è tra “attentato” e “reazione della popolazione”, ed è diventato sempre più importante con la diffusione di Internet. In questa fase gli attacchi mirano a diffondere il terrore tra la popolazione, ma la paura è una cosa che funziona quando l’individuo è isolato, quando si chiude in casa e non esce, quando rimane da solo al buio con i suoi pensieri più neri.

Internet rompe questo isolamento dell’individuo, e gli permette di partecipare al hype mediatico e alle polemiche. La persona sente la presenza degli altri, sente la comunità, e anche quando esprime le più becere opinioni razziste, in realtà si sta sfogando, si sta liberando della paura.

Ragionando, discutendo, polemizzando, incazzandosi, ironizzando, la paura che i terroristi vogliono instillare in realtà dura molto poco. Si veda quanto sono rimasti temi hot gli ultimi attentati in Europa: Charlie Hebdo, un mesetto; Bataclan, un paio di settimane; Bruxelles, 3 giorni.

Vi sfido: quanti e quali attentati terroristici riuscite a ricordare, partendo dall’ultimo?

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